Gino Paoli, per chi non lo sapesse, è il presidente della SIAE e torna a parlare sulla questione dell’ equo compenso attraverso un’ intervista al corriere.it.
Il cantautore difende a spada tratta gli aumenti previsti con il nuovo adeguamento e si scaglia contro i produttori, poichè sono loro che devono pagare i diritti agli autori.
Si tratta di un compenso in cambio della possibilità di effettuare una copia personale di registrazioni, tutelate dal diritto d’autore. Questo compenso, però, non deve essere a carico di chi acquista lo smartphone ma del produttore, che riceve un beneficio dal poter contenere sul proprio supporto un prodotto autorale come una canzone o un film. È previsto anche in Francia e Germania.
Si tratta di fissare la tariffa. In Italia il prelievo è pari allo 0,12% contro il 5,12% della Germania. Eppure smartphone e tablet da noi costano in certi casi anche di più. La battaglia di Confindustria Digitale punta a proteggere le multinazionali, che spesso non pagano nemmeno tutte le tasse in Italia e che di certo non producono qui. Mentre la SIAE rappresenta un milione e mezzo di lavoratori, che paga le tasse in questo Paese. Dobbiamo ricordarci che l’industria culturale vale il 5% del nostro Pil. Quello che chiediamo non è una tassa. Quando prendiamo un taxi paghiamo la corsa e lo consideriamo il compenso per il servizio ricevuto, non una tassa.
Sono stanco di sentirla definire un carrozzone. Sto cercando di cambiarla, ora è un palazzo di vetro. È un’istituzione importante, un presidio di libertà per gli autori.
Secondo Paoli l’ aumento sarebbe più che giusto e addirittura afferma che la tassa dovrebbe essere a carico dei produttori e non dei consumatori.
Vi riepilogo brevemente gli aumenti previsti dalla SIAE (qui trovate l’ articolo completo)
- Smartphone e Tablet : da 90 centesimi a 6,34 euro
- Computer e PC : da 2,40 euro a 7, 90 euro
- Hard Disk superiori a 20 GB : 12,88 euro
- Decoder con HD : fino a 39 euro
- Lettore multimediale con HD : fino a 15,71 euro.
Riguardo agli aumenti ecco la conclusione di Paoli :
Il problema è mal posto. Noi stiamo rivedendo la tariffa. Il resto sono solo ipotesi. Potrebbero vendere di più, come di meno. Ma il punto è il diritto d’autore.
La querelle continua e ora la palla passa ai produttori.
A presto!
Ma che ragionamento è? E così banalmente logico che le imposte vanno a ricaricare il costo finale…
A Gino… Ma V*******lo!!!
Si sta sfiorando il ridicolo! Forse sarebbe il caso di cambiare il proprio modello di business invece di fare le sanguisughe sul lavoro di altri e nelle tasche di chi da un certo tipo di supporti cerca tutt’altro…
Sempre peggio questa Italia…
Sentire e leggere cosa dice Gino Paoli visto che è presidente della SIAE in merito di equo compenso, mi viene in mente solo una parola: IMPALAMENTO…
…..La SIAE rappresenta un milione e mezzo di lavoratori, che paga le tasse in questo Paese……..
Tanti cantanti le tasse (non)le pagano all’estero.
E i cd e DVD su cui non metto la musica ma solo i miei dati?
Che morti di fame ma non gli bastano i soldi che fanno!! Nonostante internet, la pirateria ecc ecc questi cantanti da strapazzo fanno un paio di canzoni e vivono di rendita a vita…. Andate in fabbrica a lavorare di notte morti di fame!